Vaniglia e cioccolato (2004) in streaming su altadefinizione Penelope e Andrea sono sposati da diciotto anni. In tutto questo tempo la donna ha spesso "chiuso gli occhi" e ha sopportato le scappatelle del marito. Ma un giorno si dichiara stanca della superficialità e dell'egoismo di Andrea, capace di farsi perdonare un tradimento con una vaschetta di gelato alla vaniglia e cioccolato. Penelope fugge dalla vita coniugale, ma inizia un viaggio assai pericoloso tra dubbi e ricordi.
Ciro Ippolito, già campione del trash cinematografico partenopeo, subodora la nuova linea del "cinema medio d'autore" e ci si butta a pesce. Crisi Familiari, Quarantenni al Bivio, Dolly e Grandi Temi. Ne risulta un turgido carampana-movie tratto da Sveva Casati Modignani, che in più fornisce la Vita e l'Arte, la Malattia e la Morte. Una donna scopre che il marito la tradisce, e va via di casa. Il marito non sa barcamenarsi nella routine casalinga, mentre lei accetta la corte di un pittore spagnolo (Cortes). Colossale inabilità degli interpreti, macchiette napoletane a gogò, un'orchestra d'archi sotto la pioggia. Ogni due minuti, senza motivo, le inquadrature sono storte e col soffitto a vista, "alla Orson Welles". I dialoghi hanno qualche perla, tipo la Cucinotta che spiega Brahms, o la metafora del titolo ("due gusti forti, ma che si sposano benissimo insieme"). Il film è soprattutto un'involontaria demistificazione dei propri modelli: Muccino, Özpetek e Tognazzi jr. al cubo diventano qui parodia alla Franco e Ciccio: basti dire che la matrona turca icona di Özpetek è una nonna pianista gozzaniana. Però era più divertente _Arrapaho_.